Contro lo stress da Dad e le paure della pandemia vincono educazione continua e prevenzione

26 Gen, 2022News

NOVITÀ

Ivano Zoppi: “Dopo le festività diversi studenti devono ancora rientrare in classe. Coinvolte 3 classi
quinte (2 presso Sacro Cuore Novara e 1 presso Romagnano).

Dopo Torino, il progetto educativo “NOTO il TONO giusto” entra nel vivo con le iniziative formative a Novara e provincia.
Si tratta di un percorso pensato per tutta la comunità educante, realizzato con il sostegno di Regione Piemonte per dare concretezza e continuità alle risposte ai nuovi bisogni della comunità.
“Gli effetti della pandemia – spiega il segretario generale di Fondazione Carolina, Ivano Zoppi – si stanno traducendo sul benessere delle nuove generazioni e sull’equilibrio delle famiglie, con evidenti conseguenze anche a lungo termine”.
Gli esperti della Onlus dedicata a Carolina. Picchio, impegnata per il benessere dei più piccoli dentro e fuori la Rete, in queste settimane stanno gestendo diverse situazioni che, nel contesto piemontese, vedono diversi studenti ancora a casa da scuola dopo le ultime vacanze invernali. “Non è solo paura del Covid – commenta Zoppi – ma riguarda un fenomeno più diffuso di quanto si pensi: in alcuni casi i ragazzi si rifiutano di tornare a scuola per non dover affrontare le criticità relazionali evidenziate dall’inizio della pandemia, ormai quasi due anni fa”.
Un disagio da affrontare con politiche mirate, a partire dal contesto istituzionale, ma che richiede una programmazione precisa. “In questo senso bisogna uscire dai percorsi di emergenza, per entrare nella logica dell’educazione continua”, osserva Zoppi. “Lo abbiamo fatto, proprio qui a Novara con il progetto Terre di Medie, sostenuto da Fondazione Comunità Novarese Onlus, che ha risposto alla necessità di intervenire con decisione sui ragazzi dagli istituti secondari di primo grado, un periodo cruciale che include due passaggi decisivi nella crescita di ciascun individuo; il passaggio dalle primarie e l’approdo alle superiori”.
Proprio l’ingresso nell’adolescenza sempre più precoce aveva già spinto Fondazione Carolina ad introdurre la formazione alla cittadinanza digitale già dalle scuole primarie. Un primato sul panorama nazionale per l’Istituto Sacro Cuore, ai centro anche di questo progetto innovativo, che potrà essere replicato più diffusamente, non solo nella provincia gaudenziana.

“Il percorso coinvolge  3 classi quinte (2 presso Sacro Cuore Novara e 1 presso Romagnano Sesia) e prevede tre incontri di due ore in presenza per ogni classe, a cominciare dalla seconda metà di gennaio”, precisa il Direttore scolastico Paolo Usellini. “Nella prima metà di gennaio, grazie agli esperti di Fondazione Carolina, abbiamo concluso la prima fase di formazione rivolta agli insegnanti prosegue Usellini – che continuerà anche in modalità digitale”.

Il progetto andrà a coinvolgere i genitori dalla seconda metà di febbraio.

“Fondazione Carolina negli anni è diventa una realtà che si confronta a livello nazionale e internazionale per il benessere dei minori, ma Novara resta e resterà sempre casa nostra”. Così Paolo Picchio, il papà di Carolina, presidente onorario della Fondazione a lei dedicata, ricorda quanto forte sia il legame con Novara e il suo territorio.
”Questi sono i luoghi di mia figlia – conclude Paolo Picchio – ed è innegabile l’importanza di sviluppare le nostre attività di formazione, supporto e sensibilizzazione proprio nel contesto a me più caro”.

 LE FASI PROGETTUALI

➢ uno scambio preliminare tra i docenti e gli operatori del partner (situazione di partenza e mappatura bisogni);
➢ fino a 3 incontri per le classi (laboratori attivi in aula e orario scolastico).
➢ un incontro in plenaria per genitori, familiari e tutori, al fine di informare, attenzionare e sensibilizzare gli adulti sui fenomeni di devianza digitale e di rafforzare il patto educativo (è coinvolta la testimonianza di Papà Picchio);
➢ un incontro formativo per il personale scolastico, docenti, educatori, ATA e DSGA, al fine di coinvolgere nei processi di educazione digitale tutte le figure professionali attive in ambito scolastico, non solo didattico;
➢ strumenti di valutazione e follow-up.
Lo schema proposto è passibile di modifiche e integrazioni, sulla base delle esigenze delle classi, individuate ed emerse in occasione dei primi scambi con ciascuna scuola. Gli interventi in aula sono guidati da professionisti dell’educazione, della psicologia, della formazione e della legge, di comprovata esperienza anche sul rapporto tra minori e digitale.

Tra i topic e gli obiettivi specifici della formazione si citano:

➢ promuovere la consapevolezza di far parte di una rete di relazioni e la coscienza di vivere un ambiente digitale, approfondendone le principali caratteristiche (pubblico/privato, reputazione digitale, opportunità e rischi nella Rete);
➢ riflettere sul linguaggio e sulle parole usate nell’ambiente digitale;
➢ rendere coscienti gli studenti circa alcuni comportamenti abituali ma non corretti o etici, anche analizzando gli aspetti giuridici (imputabilità, responsabilità dei genitori/tutori, ammonimento);
➢ incentivare il dialogo con adulti di riferimento quando si è vittime o si assiste a episodi di cyberbullismo, contrastando l’omertà;
➢ sollecitare lo spirito critico rispetto ai modelli proposti dalla Rete (influencer, testimonial, catene di challenge) per contribuire ad agire scelte consapevoli.

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