IL WEB DIVENTA DIPENDENZA SE GENITORI E FIGLI NON SI CONNETTONO

17 Giu, 2022News

NOVITÀ

Le nuove dipendenze digitali degli italiani stanno inesorabilmente cambiando le abitudini degli italiani, luoghi comuni compresi. Una volta c’era la frenesia degli automobilisti, aggressivi e sempre di corsa, come se tutto fosse una gara, alla ricerca dell’onda (verde) perfetta. Invece, quel ritratto straordinario che Dino Risi ci ha regalato con “Il sorpasso”, oggi sembra non valere più.
Nulla a che fare con il senso civico, il “merito” è dello smartphone!
Sembra incredibile, ma un automobilista su tre non vede l’ora che il semaforo sia rosso per dare uno sguardo al cellulare.

Per i giovanissimi neo patentati il problema quasi non si pone, tanto da non escludere di usare il telefono anche durante la guida. Lo dice l’ultimo rapporto 2022 di Eurispes: “Consumi e stili di vita tra presente e futuro”. Per gli italiani il cellulare è il primo pensiero del mattino e l’ultimo della sera. Altro che partner, debiti o esami; la vera ansia è quella da notifiche!

Una fotografa inesorabile, quella dell’indagine uscita in questi giorni.
La metà degli italiani usa lo smartphone mentre cammina, in bagno e a letto (quasi il 79 per cento). Una relazione simbiotica che riguarda a maggior ragione giovanissimi e preadolescenti. La generazione selfie, quella che non può fare a meno di spammare la propria immagine online. Rispetto all’indagine precedente (2018), aumenta l’abitudine, soprattutto dei giovanissimi, di geolocalizzarsi sui social, rendendo pubblico dove si trova. Un’esposizione che mette a rischio un ragazzo su 3, più interessato a promuovere la propria identità digitale che a tutelare la privacy.

Dati in linea con quelli di Eures, che nel 2021 vedono i preadolescenti connessi alla rete più di otto ore al giorno. Una tendenza che porta l’82 per cento dei giovani a rischio dipendenza, con circa il 22 per cento dei ragazzi nella fascia più a rischio. Noia, solitudine, frustrazione e assenza di regole sono alla base di questo fenomeno, nei confronti del quale anche le stesse aziende new media cercano di adottare nuove e più efficaci contromisure.
Meta, il nuovo nome di Facebook, ha invertito la rotta del social più trend del gruppo: Instagram. Se lo scorso anno l’azienda guidata da Mark Zuckerberg aveva abbandonato il progetto di un Instagram per bambini, oggi permette ai genitori di impostare per gli account dei più piccoli nuovi strumenti di supervisione, con cui decidere limiti all’utilizzo dell’App durante o controllare post e account “frequentati”.
Soluzioni coerenti con la strada intrapresa da TikTok, che consente ai genitori di collegare il proprio account a quello dei propri figli attraverso la funzione del Collegamento famigliare.

Per la generazione Z non c’è distinzione tra dimensione fisica e mondo digitale. Abitano il web come frequentano il parco sotto casa, la scuola o la palestra. Ciò che per la grande parte degli aduli resta uno strumento, per loro assume la naturalezza di un linguaggio, un canale sempre aperto verso gli altri e il mondo.
Un’esposizione che terrorizza sempre più adulti, impotenti di fronte ad un gap tecnologico pressoché incolmabile. In alcuni casi questa condizione porta ad adottare soluzioni tanto drastiche quanto anacronistiche, assimilando la dipendenza dal web a quella alla droga o agli alcolici. C’è addirittura chi si spinge fino alla stimolazione elettrica: una “cura” che evoca trascorsi e scenari forse peggiori della patologia.

Favorire un’esperienza digitale serena e misurata non è fantascienza. Nessun segreto: così come si educa ai giusti comportamenti, allo stesso modo si può  costruire assieme ai propri figli una corretta condotta nella dimensione digitale, dove esisteranno limiti, orari e regole da rispettare. 

Sapevate che fruizione ossessiva di internet è in realtà un malessere denominato IAD?
E che esiste la fobia di restare tagliati fuori al solo pensiero di perdere un messaggio (FOMO)?
Il terrore di restare senza carica o connessione risponde al fenomeno denominato NOMOFOBIA.

Per aiutare le famiglie a tutelare il benessere dei ragazzi, anche su internet, Fondazione Carolina ha messo a disposizione il nuovo portale www.minorionline.com: un riferimento per tutta la comunità educante, che può contare su una guida sempre aggiornata dove trovare strumenti, risorse e supporto a portata di click!

Il cyberbullismo si può combattere. L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. Soprattutto sui social non restare indifferente!

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