I genitori digitali e l’importanza dell’incontro

20 Mag, 2022News

NOVITÀ

Un applauso lungo interi minuti dopo un’attesa di due anni.
Al termine della testimonianza di papà Picchio, la platea di genitori si alza e omaggia il ricordo di Carolina con una standing ovation che interrompe la scaletta del programma e impone a tutti una riflessione. Siamo a Momo, nella provincia di Novara, il territorio di Carolina. Eppure il trasporto di tutto il Teatro comunale, per la serata organizzata dall’Associazione Tosca, racconta molto di più. A dirlo è lo stesso titolo dell’iniziativa, preso da uno dei motti di Fondazione Carolina: “Un abbraccio vale più di molti like”.

Già, perché a distanza di due anni dalla prima richiesta, finalmente è stato possibile incontrarsi e fare comunità. Due anni in cui la Rete ha avuto il merito di consentire a tutti di lavorare, studiare e relazionarci nonostante la crisi sanitaria. Una condizione che, però, nel tempo ha creato un monopolio del digitale, ormai cornice di tutte le nostre azioni, a partire dalle nuove generazioni. Tra gli effetti collaterali manifestati dai genitori e raccontati dagli esperti e dai rappresentati delle Forze dell’ordine, dipendenza, sexting e adescamento rappresentano le principali preoccupazioni. 

La strada da percorrere è lunga e tortuosa, ma questi ultimi incontri sembrano confermare una consapevolezza diversa da parte dei genitori.
Se è vero che hanno compreso il superamento della distinzione tra reale e virtuale, in molti non riescono ad applicare il concetto di responsabilità educativa sul piano digitale.

Il dibattito ha riportato situazioni tipo, in cui l’approccio educativo si rivela parziale o inefficace.

Mamma: “La finisci di stare sempre attaccato alla play station? 
Figlio: “Ma se l’ho appena accesa!”.

Il problema non è il videogioco in sé, quanto la mancata percezione del tempo di utilizzo da parte dei ragazzi. Gli stessi ragazzi che si espongono in Rete attraverso le chat interne ai videogame, quasi sempre sconosciute ai genitori.

D’altronde i nostri figli sono sempre online, con la testa china sugli smartphone:

Vieni a tavola? È più di mezz’ora che ti chiamo…”

Quante volte i genitori hanno dovuto ripetere questa frase prima di poter cenare tutti insieme in famiglia?Eppure a volte basta entrare nel loro mondo, magari con un po’ di ironia, per ottenere qualche risultato.

Se i nostri figli sono su internet, è lì che possiamo andarli a prendere. Può sembrare stupido, ma mandare un whatsapp può essere molto più efficace rispetto all’esportazione “A tavola!” ripetuta come un mantra dalla cucina alla sala o alla cameretta. 

Perché internet è un luogo e, come tutti gli spazi frequentati dai nostri ragazzi, dobbiamo imparare a conoscerlo e a renderlo il più sicuro possibile.
Come? Tre parole chiave: ascolto – dialogo – regole.

Le stesse regole che i figli dei genitori presenti all’evento hanno scritto nero su bianco durante il laboratorio organizzato dagli educatori di Fondazione Carolina negli spazi adiacenti al Teatro comunale. Regole restituite alla fine del confronto, quando i bambini sono saliti sul palco per “dire la loro”.

Ecco alcune delle raccomandazioni :

Basta smartphone a tavola”
“Limitare l’uso dei social quando si sta in famiglia”
“Chiedere sempre il permesso prima di comprare online”
“Non giocare ai videogiochi prima di andare a dormire”

Siamo sicuri che valgano solo per i nostri figli?

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